Secondo un recente studio pubblicato su Motivation and Emotion, compiere atti di gentilezza sembra essere un’ottima strategia per vincere i problemi relazionali tipici di chi soffre di fobia sociale.
Che cos'è il disturbo d’ansia sociale?
Il DSM V lo definisce come una condizione nella quale il soggetto prova intensa paura o ansia relative a una o più situazioni sociali. Si tratta, nello specifico, di situazioni che potrebbero esporre il soggetto al possibile giudizio da parte degli altri e che provocano nella persona un’ansia eccessiva, non proporzionata alla reale entità del pericolo.
Questa reazione così estrema alle situazioni sociali genera inevitabilmente l’evitamento delle stesse, oppure la persona le affronta con notevole disagio. Tutto ciò interferisce quindi negativamente con la vita del soggetto, causando problematiche lavorative o comunque limitazioni in aree importanti della sua vita.
Molto spesso si confonde il disturbo d’ansia sociale con la timidezza. Si tratta, però, di due concetti differenti.
La timidezza è un tratto della personalità che può causare qualche problema ma che presenta anche i suoi punti di forza. La qualità della vita di una persona timida non è eccessivamente danneggiata dalla sua timidezza.
Una persona con ansia sociale, invece, soffre di questa condizione sia per il disagio che deve sopportare tutte le volte in cui deve affrontare una situazione sociale, sia per le conseguenze che questo disturbo determina nella sua vita. È stato ad esempio osservato che chi ne soffre tende ad avere minori successi scolastici e lavorativi, minor numero di amici e relazioni sociali poco soddisfacenti.Tutto ciò a causa dei meccanismi di evitamento delle situazioni sociali.
In generale, evitare una situazione che ci provoca emozioni negative è il modo migliore per privarsi della capacità di affrontarla. Questo perché tenderemo implicitamente ad associare il nostro stare meglio al fatto di non esserci scontrati con la situazione che ci fa paura.
Nelle fobie, e quindi anche nella fobia sociale, avviene più o meno la stessa cosa. Le situazioni sociali vengono evitate, la persona sta meglio in quanto non prova ansia e, implicitamente, qualcosa nel suo cervello associa il suo stare meglio al fatto che la situazione non è stata affrontata. Il risultato è che la situazione sociale diventerà una minaccia sempre maggiore, e questo innescherà dei circoli viziosi che alimenteranno il problema.
La ricerca condotta da Jennifer Trew e Lynn Alden dell’Università della Columbia, ha studiato una strategia per questa fobia: prescrivere di compiere una serie di azioni gentili verso gli altri, al fine di superare la loro inibizione sociale. Una delle ragioni per le quali chi soffre di ansia sociale evita le situazioni sociali è perché si aspetta esiti negativi (figuracce, rifiuti, critiche, giudizi…). Le azioni di gentilezza si caratterizzano per offrire un beneficio agli altri, piuttosto che a se stessi. Proprio per questa ragione, esse aumentano la probabilità di sperimentare interazioni positive con gli altri, falsificando quindi le aspettative negative.
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