Mi presento, sono la dottoressa Agnese Aguzzi, sono una psicologa clinica iscritta con il numero 3749 all’ordine degli psicologi e delle psicologhe delle Marche.
Mi sono laureata in scienze e tecniche psicologiche, a Chieti, presso l’università Gabriele D’annunzio e successivamente in psicologia clinica presso l’università di Bologna.
Durante il mio tirocinio post-laurea di un anno, sono entrata in contatto con l’ambito delle dipendenze patologiche presso la cooperativa sociale Centofiori di Rimini, ho conosciuto tante persone e storie diverse e ho osservato quotidianamente gli ostacoli ed i traguardi dei loro percorsi di crescita. In seguito, ho affiancato le psicologhe dell’associazione Alzheimer di Rimini nella gestione degli Alzheimer caffè e dei centri di incontro: spazi rivolti ad utenti con Alzheimer, sia in fase iniziale, sia intermedia di malattia. Questa esperienza ha fatto nascere in me un forte interesse per il campo delle demenze e delle patologie neurodegenerative, nonché per lo studio dei processi dell’invecchiamento.
Perché ho deciso di diventare una psicologa?

Ho deciso di diventare una psicologa, perché mi piacerebbe accompagnare le persone che si rivolgono a me, in una parte di quel viaggio chiamato vita, affiancandole e supportandole all’interno di uno spazio di ascolto, sicuro ed accogliente, nel quale possano esprimersi liberamente, senza il timore di essere giudicate.
Intraprendere un percorso psicologico è come iniziare un viaggio a tappe infinite, verso la conoscenza di sé. A volte, questo viaggio può condurci ad amare scoperte, farci provare sensazioni sgradevoli e far emergere le nostre parti più fragili e vulnerabili.
La relazione terapeutica fra paziente e psicologo è unica nel suo genere, proprio per il suo carattere di neutralità e non giudizio, per la posizione centrale e privilegiata che assume il paziente e per l’assenza di aspettative che lo psicologo nutre nei suoi confronti.
L’alleanza terapeutica permette alla persona di sentirsi al sicuro, anche nell’esplorazione delle sue debolezze e nell’affrontare temi dolorosi.
Credo molto, come psicologa, nell’importanza di aver fatto un lavoro personale, nel quale aver approfondito la conoscenza di sé, delle proprie fragilità ed avendo affrontato io stessa questo percorso, potendo comprendere a pieno le emozioni e le difficoltà che si provano stando sulla sedia del paziente, sono pronta a sostenere la persona nel viaggio alla scoperta di sé e ad essere testimone di esso, in tutte le sue fasi, che seppur faticose e dolorose, la condurranno al cambiamento, portandola a conoscersi nei sui limiti e nelle sue potenzialità, ad accettarsi e ad amarsi.
Tecniche espressive e corporee
Nel mio lavoro, mi piace affiancare allo strumento psicologico d’elezione, la parola, anche altre tecniche che prevedono l’espressione artistica, la scrittura, l’immaginazione, la respirazione ed altre tecniche corporee.
Un colore può simboleggiare una emozione, così come una strofa di una canzone o la scena di un film; una certa posizione del nostro corpo può farci sentire a nostro agio o meno, tecniche di rilassamento possono aiutarci a connetterci con le parti di noi più profonde.

⦁ IL CHAIRWORK: consiste in un insieme di tecniche esperienziali, che utilizzano le sedie ed il loro posizionamento nello spazio, utili ad esplorare le diverse parti del sé: il sé critico, quello vulnerabile e così via. Il paziente interpreta in modo alternato le diverse parti del sé, aiutato dallo psicologo/a che funge da facilitatore di questo processo.

⦁ LE TECNICHE DI GROUNDING: sono tecniche che utilizzano i nostri sensi per radicarci e connetterci al momento presente, utili a regolare l’attivazione emotiva, grazie a esperienze immersive di tipo senso-motorio.
AMBITI DI INTERVENTO
Mi rivolgo ad: adolescenti ed adulti
⦁ Sostegno psicologico
⦁ Valutazione e diagnosi
⦁ Percorsi di crescita personale
⦁ Difficoltà legate all’autostima, sentimenti di insicurezza ed inadeguatezza
⦁ Difficoltà relazionali
⦁ Difficoltà relative alla regolazione delle emozioni
⦁ Disturbi d’ansia (ansia generalizzata, ansia sociale, fobie, attacchi di panico)
⦁ Disturbo ossessivo-compulsivo
⦁ Disturbi dell’umore
⦁ Somatizzazioni
⦁ Ipocondria
⦁ Gestione dello stress/burnout
⦁ Interventi di stimolazione cognitiva
⦁ Interventi di sostegno psicologico a favore dei caregivers che supportano i loro familiari in situazioni difficili
⦁ Momenti critici di vita
L’elenco dei campi d’applicazione sopra riportato non vuole essere esaustivo, poiché sarebbe impossibile ridurre a dei sintomi, la complessità e l’unicità sia dell’essere umano, sia delle situazioni e delle difficoltà che esso può vivere.
Quando iniziare un percorso psicologico?
Diverse ragioni possono condurci a rivolgerci ad un professionista; indubbiamente il fatto che si provi un malessere ed una sofferenza che ci renda faticoso affrontare la quotidianità e che abbia già prodotto delle conseguenze in termini di qualità nella nostra vita, come sintomi ansiosi, depressivi, pensieri ossessivi o una bassa autostima ed altri sintomi, sono tra i fattori più comuni che possono portarci ad iniziare un percorso psicologico.
Nonostante ciò, è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, a dirci che “la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non una semplice assenza di malattie o infermità”. Capiamo dunque, come la salute mentale sia qualcosa di cui dobbiamo occuparci abitualmente, proprio come ci occupiamo quotidianamente di nutrirci, senza aspettare che insorgano chiari segni di malnutrizione per farlo. Possiamo occuparci della nostra mente, semplicemente ritagliandoci dei momenti per noi, nutrendoci delle relazioni per noi significative, leggendo un libro o vivendo a contatto con la natura, meditando o praticando sport e in tanti altri modi.
Se sentiamo però, che questi metodi, in circostanze particolarmente avverse o sfidanti della nostra vita, non riescono a rispondere ai nostri bisogni, possiamo rivolgerci ad uno/a professionista e richiedere un intervento di sostegno psicologico come valido strumento per promuovere il benessere mentale, favorire la conoscenza di sé, degli altri e del funzionamento della mente umana.

Proprio come in un puzzle, in noi convivono tanti pezzettini, questi parlano di noi, raccontano chi siamo e la nostra storia; evolvendo però, ogni giorno, arricchiamo il nostro puzzle facendo nuove esperienze. In un percorso psicologico, possiamo riconoscere i pezzetti del nostro puzzle, dare voce a quelli rimasti in silenzio per molto tempo, abbassare il tono di quelli più egocentrici, accogliere quelli più ingombranti e fastidiosi, ma soprattutto ringraziarli ad uno ad uno perché se esistiamo è grazie a loro. Starà poi a noi, scegliere giorno dopo giorno, quali e quanti tasselli del nostro puzzle utilizzare, in base a come decideremo di proseguire il nostro cammino.
